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"La città di Dite": il tema del viaggio

  • Mirko Rački
  • 18 mar 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Dal mio ultimo viaggio a Budapest, ho avuto modo di riscoprire una città ricca di cultura e di storia, ma soprattutto ricca d' arte. E' spropostitato il numero di pittori che ho potuto ammirare così da vicino e tra questi, Mirko Rački ha colpito particolarmente la mia attenzione, maggiormente per il tema dell' "italianità" presente nelle sue opere. Sto parlando di un artista croato, nato a Novi Marof per l' esattezza, e poi spostatosi per vari viaggi a Ginevra, Vienna, Monaco di Baviera, Roma, Split, Praga, affacciandosi a vari circoli modernisti.

Mirko Rački è un artista visionario che dipinge negli ultimi anni dell' ottocento, inizi '900. Risente profondamente del clima middle europeo segnato dalle secessioni e dalla predominannza culturale che fa capo al mondo intellettuale di Monaco di Baviera.

La sua pittura è di una narratività molto particolare. Nel dipinto che oggi vi presento, e che ho avuto la fortuna di ritrovare nella Galleria Nazionale di Budapest, l' artista ha riportato "La città di Dite": si osserva una celebre scena ripresa dalla Divina Dommedia, uno dei temi fondamentali nella produzione artistica del nostro Rački. La Divina Commedia sappiamo essere un viaggio fisico e spirituale, un viaggio di illuminazione ed elevazione, che vede il protagonista, Dante Alighieri, ascendere dagli Inferi fino al Paradiso celeste. Nel dipinto viene raccontato l' attraversamento dell' Acheronte da parte dei viaggiatori, nello specifico, in basso sulla sinistra è raffigurato Dante, seduto e ricurvo sulla schiena all' interno della scialuppa. Di fianco, vestito di bianco, si erge Virgilio, ritto in piedi, a dimostazione del suo ruolo di guida e dominio della situazione. Tutt' intorno le pennellate decise riproducono un paesaggio infernale con tinte forti e suggestioni macabre: teschi impalati, uccelli mostruosi che ostacolano e minacciano gli stessi viaggiatori, acqua porporea e stagnante.

In effetti Rački, attraverso quest' opera, vuol proporre un viaggio iniziatico, tema molto caro agli artisti croati che vi ricorrono sovente, proprio partendo da esempi quali lo stesso Dante. Sono tutti soggetti che ben si addicono a questa condizione di forte disagio, timore, incubo, vissuta dagli artisti di questo periodo storico-culturale, ma anche di rinascita e speranzosa salvezza.

Accosterei all' opera Liszt: Dante Symphony, I: INFERNO- Barenboim/Berliner Philarmoniker, buon ascolto :)


 
 
 

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